1 dicembre 2014

Il primo incontro




Benché la mia attenzione fosse stata anzitutto attirata da Spare, non potei fare a meno di notare la persona che gli era accanto. Anche in mezzo a tutti quegli artisti e poeti di vaglia, che erano venuti a rendere omaggio a Spare, quell'uomo aveva qualcosa di speciale. Mi sentii costretto a osservarlo con attenzione.

Allora non sapevo chi fosse Mark Hedsel, ma dal suo atteggiamento pacato e insieme sofisticato, e dai gesti sicuri capii che non era una persona qualsiasi. Allo stesso tempo ebbi la sensazione, inquietante ma inequivocabile, di averlo già incontrato. Abbiamo sempre un brivido di presentimento quando intravediamo un frammento del nostro destino?

Mi era difficile dargli un'età, ma giudicai che fosse sulla trentina. Era una giornata d'ottobre non particolarmente fredda, ma l'uomo aveva una sciarpa azzurra intorno al collo e in testa un basco alla francese. Sottobraccio portava una cartelletta di cuoio. Il contrasto con Spare non avrebbe potuto essere più netto. Anche il pittore aveva la sciarpa, ma la sua era a scacchi e infilata dentro la giacca, alla maniera di un popolano londinese, di un cockney. Al suo confronto Mark Hedsel era un dandy: la sciarpa scendeva morbida sul bavero del cappotto e in lui c'era un tocco di quella raffinatezza ricercata che io mi figuravo contraddistinguesse quel nobile e misterioso occultista chiamato conte di Saint-Germain. Sì, lo ammetto: quel giorno, quando posai per la prima volta gli occhi su Mark Hedsel, del tutto ignaro che le nostre vite si sarebbero intrecciate negli anni a venire, l'immagine che mi si affacciò alla mente fu proprio quella dell'iniziato elegante e incompreso che si muoveva con tanta disinvoltura nelle corti della Francia prerivoluzionaria del XVIII secolo.

Mark Hedsel, L'iniziato

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